Name: La Bohème
Start: 2021-11-06T00:00:00.000Z
End: 2021-11-07T00:00:00.000Z
Location: Teatro Sociale

Organization

Cantante

Soprano

Sarah Tisba

Mimì

Linda Campanella

Tenor

Valerio Borgioni

Rodolfo

Matteo Desole

Greta Doveri

Musetta

Barítono

Luca Galli

Marcello

Paolo Ingrasciotta

Schaunard

Bajo

Matteo Peirone

Benoît

Alcindoro

Director(a) de escena

Renata Scotto

Director(a) orquestal

Giovanni Di Stefano

Diseñador(a) de iluminación

Andrea Tocchio

Diseñador(a) de vestuario/Figurinista

Concetta Nappi

Escenógrafo(a)

Michele G Olcese

Director(a) coral

Massimo Fiocchi Malaspina

Rocco Cavalluzzi

Colline

Teatro dell'Opera Giocosa

Teatro Sociale di Como - AsLiCo

Orchestra

Orchestra Sinfonica di Savona

La Bohème

Como

Italia

Teatro Sociale

La bohème Puccini

Public

Válido

La bohème , fourth title composed by Giacomo Puccini, and staged for the conducting and concertation of the then 29-year-old Arturo Toscanini, premiered at the Teatro Regio in Turin on 1 February 1896, returns to the Teatro Sociale di Como on Saturday November 6 (8.30 pm) and Sunday November 7 (3.30 pm) 2021 , directed by Renata Scotto and conducting by Giovanni Di Stefano, to conduct the Savona Symphony Orchestra, while the OperaLombardia Choir is directed by Massimo Fiocchi Malaspina , a co-production with the Teatro dell'Opera Giocosa in Savona, for the sets entrusted to Michele Olcese , the costumes by Concetta Nappi , the lights by Andrea Tocchio . Among the performers some finalists and winners of the latest editions of the AsLiCo Competition for Young Opera Singers, already on their way to a brilliant career .

The direction is followed by the grace and experience of Renata Scotto , winner of the AsLiCo Competition at the time: " For me, returning to Bohème as a director (I have already made productions of Puccini's opera in the United States) is beautiful because it is a way to review your production in full . If I, on stage, always tried to sing 'to' my colleagues, as a director I had instead to change my perspective and 'look for' my teammates . I was both Mimi and Musetta, the latter role at the Metropolitan in New York, at the request of James Levine. And mine too, to tell the truth. When I made the wish to the manager, he just said, 'Okay, when?' I am attached to both characters because one 'looks' at the other. Musetta is in love with Mimì because she Mimì is sweet, while, at the same time, when she sees her Mimì she loves her because she is beautiful, flashy and full of vitality. They are two totally different aspects of femininity that made me love both roles more and more. »

The four paintings, on a libretto by Giuseppe Giacosa and Luigi Illica, are taken from Scènes de la vie de Bohème by Henri Murger, a novel, or rather an anthology of short stories, from 1851, which narrates the disheveled life of young artists residing in the Latin Quarter. of Paris in 1840 (Puccini's captions date the story back to 1830). The Corsair or the Beaver ? In the magazine Il Corsaro some episodes actually came out of Murger's pen, the Castoro is instead the client for whom, on the evening of Christmas Eve, Rodolfo, the poet of the story, must finish the main article, then surprised and distracted by the arrival of Mimi.

The work is faithful mimesis, with naturalist brushstrokes, of an absolutely truthful and unsweetened slice of life, where the protagonists of the story are no longer gods and heroes of distant eras, or belonging to aristocratic families (the Viscontino, mere appearance, deprived of voice, it is only a speck, barely mentioned), but they are drawn from ordinary people, portrayed in their daily dramas or in tragicomic scenes (such as the one linked to the first act and the rent to be paid to Mr. Benoît), attitudes larmoyant .

He arrived at the Teatro Sociale di Como the same year, on 26 August 1896 (on the podium Vittorio Maria Vanzo, in the cast Angelica Pandolfini, Rosina Storchio, Umberto Beduschi, Mario Sammarco, Francesco Federici, Dante Bolis, Paolo Wulman), not surprisingly a few months from the Turin debut: Puccini's opera, the result of a gestation that lasted three years (from 1893 to 1895), was partly composed in Milan and partly in Tuscany, and cites autobiographical aspects of the years spent in Brianza with Elvira.

« The Topisian Way,
Do you remember those days with the newborn Tonio, with the little Fosca that you no longer knew what to do to make her stop crying? That harsh winter that made our teeth chatter? Those long nights when the four of us slept in the big bed to keep warm? Those were good times! Unforgettable, when it seemed that all life smiled around us and the world was all beautiful. I miss those days so cold but never so hot again . "
(Letter from Giacomo Puccini to Elvira, Miano January 15, 1896).

A few months later (May 6, 1897) La Bohème by Ruggero Leoncavallo was staged at the Teatro La Fenice in Venice, who also edited the libretto, the result of a challenge between the two composers on the same subject, in which, however, the Neapolitan author he could not rise to the same laurels as Puccini.

English

La bohème, quarto titolo composto da Giacomo Puccini, e andato in scena per la direzione d’orchestra e concertazione dell’allora ventinovenne Arturo Toscanini, in prima assoluta al Teatro Regio di Torino il 1° febbraio 1896, ritorna al Teatro Sociale di Como sabato 6 novembre (ore 20.30) e domenica 7 novembre (ore 15.30) 2021, per la regia di Renata Scotto e la direzione d’orchestra affidata a Giovanni Di Stefano, a condurre l’Orchestra Sinfonica di Savona, mentre il Coro di OperaLombardia è diretto da Massimo Fiocchi Malaspina, una coproduzione con il Teatro dell’Opera Giocosa di Savona, per le scene affidate a Michele Olcese, i costumi di Concetta Nappi, le luci di Andrea Tocchio. Tra gli interpreti alcuni finalisti e vincitori delle ultime edizioni del Concorso AsLiCo per Giovani Cantanti Lirici, già avviati ad una carriera brillante.

La regia è seguita dalla grazia e dall’esperienza di Renata Scotto, vincitrice a suo tempo del Concorso AsLiCo: «Per me tornare alla Bohème da regista (dell’opera di Puccini ho già fatto delle produzioni negli Stati Uniti) è bellissimo perché è un modo per rivedere la tua produzione per intero. Se io, sul palcoscenico, cercavo sempre di cantare ‘ai’ miei colleghi, come regista ho dovuto invece cambiare prospettiva e ‘cercare’ i miei compagni. Sono stata sia Mimì che Musetta, quest’ultimo ruolo al Metropolitan di New York, su richiesta di James Levine. E anche mia, a dire il vero. Quando espressi il desiderio al direttore, mi disse soltanto: ‘Ok, quando?’. Sono legata a entrambi i personaggi perché uno ‘guarda’ l’altro. Musetta è innamorata di Mimì perché Mimì è dolce, mentre, allo stesso tempo, quando Mimì vede Musetta le vuole bene perché è bella, appariscente e piena di vitalità. Sono due aspetti totalmente diversi della femminilità che mi facevano amare ogni volta di più entrambi i ruoli.»

I quattro quadri, su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, sono tratti da Scènes de la vie de Bohème di Henri Murger, romanzo, o meglio antologia di racconti, del 1851, che narra la vita scapigliata di giovani artisti, residenti nel Quartiere Latino di Parigi nel 1840 (le didascalie di Puccini retrodatano la vicenda al 1830). Il Corsaro o il Castoro? Sulla rivista il Corsaro uscirono realmente alcuni episodi dalla penna di Murger, il Castoro è invece il committente per cui, la sera della Vigilia di Natale, Rodolfo, il poeta della storia, deve finire l’articolo di fondo, poi sorpreso e distratto dall’arrivo di Mimì.

L’opera è mimesi fedele, dalle pennellate naturaliste, di uno spaccato di vita assolutamente veritiero e non edulcorato, dove protagonisti della vicenda non sono più dèi ed eroi d’epoche lontane, o appartenenti a famiglie aristocratiche (il Viscontino, mera comparsa, priva di voce, risulta solo una macchietta, a mala pena citata), ma sono attinti dalla gente comune, ritratti nei loro drammi quotidiani o in scene tragicomiche (come quella ad esempio legata al primo atto e all’affitto da pagare al Signor Benoît), o ancora in atteggiamenti larmoyants.

Al Teatro Sociale di Como arrivò lo stesso anno, il 26 agosto 1896 (sul podio Vittorio Maria Vanzo, nel cast Angelica Pandolfini, Rosina Storchio, Umberto Beduschi, Mario Sammarco, Francesco Federici, Dante Bolis, Paolo Wulman), non a caso a pochi mesi dal debutto torinese: l’opera di Puccini, frutto di una gestazione durata tre anni (dal 1893 al 1895), venne in parte composta a Milano ed in parte in Toscana, e cita aspetti autobiografici degli anni trascorsi in Brianza con Elvira.

«Cara Topisia,
ricordi quei giorni con Tonio appena nato, con Fosca piccola che tu non sapevi più cosa fare per farla smettere di piangere? Quel rigido inverno che ci faceva battere i denti? Quelle lunghe notti in cui tutt’e quattro dormivamo nel letto grande per scaldarci? Bei tempi quelli! Indimenticabili, quando pareva che tutta la vita ci sorridesse intorno e il mondo fosse tutto bello. Ho nostalgia di quei giorni così gelidi ma mai più così caldi.»
(Lettera di Giacomo Puccini ad Elvira, Miano 15 gennaio 1896).

Pochi mesi dopo (il 6 maggio 1897) andò in scena al Teatro La Fenice di Venezia La Bohème di Ruggero Leoncavallo, che ne curò anche il libretto, esito di una sfida tra i due compositori sul medesimo soggetto, in cui però l’autore napoletano non poté assurgere agli stessi allori di Puccini.

italiano

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